In MEDICINA INTEGRATA

Bosco

Immersa nella magia di un bosco di faggi tra i più grandi di Europa (eppure così vicino a noi) in cui un numeroso branco di lupi percorre e ripercorre le proprie tracce nel fresco della notte, su un vulcano ormai spento che chiamiamo Monte Amiata, regno di biodiversità da indagare, conoscere, difendere e proteggere, mi sorprendo a riflettere nuovamente sul significato di Cura.

Durante una breve visita privata in un orto botanico pieno di meraviglia mi narrano la storia di un’erba con cui i monaci cistercensi avrebbero curato l’esercito di Carlo Magno durante un’epidemia di peste, passo accanto ad una pianta di Aconitum, Belladonna, Hypericum, Symphytum officinale, scovo un’arnia abbandonata vicino ad un piccolo rifugio di tufo in cui un eremita non troppo tempo fa aveva scelto di vivere, nutrendosi e curandosi con quello che la natura offriva.

Ed offre ancora a tutti coloro che scelgono di riscoprire. O di non dimenticare.

A tutti coloro che non smettono di inseguire il richiamo antico e prepotente di un pianeta che parla una lingua comune a tutti gli animali che lo abitano, anche a noi che crediamo di essere altro. Noi che crediamo di bastare a noi stessi, di saperci nutrire, crescere e curare autonomamente, noi che guardiamo alla Terra, ai minerali, alle piante, agli animali come a risorse da sfruttare, noi che abbiamo perduto il senso del Sacro, della Magia, della meraviglia.

Noi che non sappiamo più che la scienza non è che una creazione dell’uomo, uno strumento di conoscenza moderno, con la presunzione di cancellare tutto ciò che è senza pretesa di essere. Ed io, che pure scelgo di nutrirmi di sapere scientifico, con cognizione di causa riconosco il pericolo di una strumentalizzazione sociale, politica ed economica che con ogni mezzo, con una morsa che sempre più violentemente stringe e distrugge, ci allontana dalla percezione che non siamo che animali tra gli animali, evoluti esattamente come tutti gli altri, su un pianeta in cui c’è tutto a saper guardare, al cui destino è indissolubilmente legato il nostro.

E quando mi imbatto in articoli e discussioni come questa

“Chi crede nell’omeopatia è un idiota”

pur riconoscendone la gravità e pur non sottovalutando il pericolo di quanto c’è dietro, sorrido e ringrazio per aver l’enorme privilegio di essere un’idiota e di incontrare ogni giorno molti altri idioti che sono onorata di avere accanto e al cui fianco cammino ad occhi aperti, senza smettere di subire il fascino della Cura che in natura è celata sapientemente in ogni cosa.

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