
Un quotidiano marchigiano ha dedicato ieri un articolo al ritrovamento di un gheppio ferito da parte di Achille, un bambino di quattro anni che ha dato il via alle operazioni di recupero.
Ovviamente il mio grazie va ad Achille che ha permesso all’animale di ricevere delle cure, e alla madre che probabilmente anche grazie alla sua professione è riuscita a far pubblicare la notizia sul quotidiano.
Peccato che si sia però persa l’occasione di riflettere e di informare i lettori su alcune questioni:
- Nell’articolo si dice che al falco è stato sparato, da parte di un cacciatore che “deve averlo scambiato per una tortora“. Il fatto in questione costituisce un grave reato, e il cacciatore che l’ha commesso dovrebbe essere, in un Paese civile, identificato e perseguito legalmente. Magari chi ha scritto l’articolo non lo sa, ma far passare un reato per una svista è ingiusto e pericoloso.
- Si legge ancora, poco più avanti, che il gheppio “potrebbe perdere un’ala e non riuscire più a volare. Se non dovesse più essere in grado di volare – spiega il falconiere (e come mai, mi chiedo, non il Medico Veterinario che lo sta curando?) – verrà ospitato in una grande voliera nel centro recuperi dei rapaci (se qualcuno mi spiega dov’è il centro, da chi e come viene gestito gliene sarò grata) e vivrà bene lo stesso“. Ecco, questa affermazione la trovo veramente inaccettabile, almeno tanto quanto la frase che chiude l’articolo, “I falchi vengono utilizzati anche per allontanare i piccioni dai centri storici”…
Finché continueremo a parlare di utilizzo degli animali, finché continueremo a pensare di poter decidere per la loro vita, finché ci arrogheremo il diritto di affermare con leggerezza che un uccello, oltretutto selvatico, privato di un’ala e quindi della possibilità di volare vivrà bene lo stesso recluso in una gabbia, credo che abbiamo ancora tanta ma tanta strada da fare prima di poterci considerare una specie evoluta…
Foto: sterna.it