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Coronavirus e pipistrelli perché abbiamo paura

Una delle prime cose che abbiamo saputo da quando il Sars-CoV-2 ha conquistato le prime pagine di giornali e notiziari in tutto il mondo è che si tratta di una zoonosi (cioè una malattia trasmissibile dagli animali all’uomo) e che responsabili della diffusione sarebbero i pipistrelli (il pangolino, che sembrerebbe in realtà il reale diffusore perché ospite intermedio tra pipistrello e uomo, è menzionato molto meno). Perché?

Perché il pipistrello fa più paura

Alcuni animali, diciamolo una volte per tutte, non godono della simpatia naturale dell’uomo e le loro sorti dipendono molto da questo, ovviamente con le dovute differenze culturali: alcune specie sono sacre in una parte del mondo (o almeno lo erano) e vengono massacrate a milioni dall’altra parte.

I pipistrelli assomigliano per conformazione a topi e ratti, altri animali detestati (non a caso per passate epidemie), sono gli unici mammiferi in grado di volare (come hanno osato conquistare il cielo?) e, peggio ancora, sono notturni, si muovono nel buio quando noi non siamo in grado di vedere.
Hanno il sonar, un complesso meccanismo sensoriale di cui noi siamo privi, quindi sentono in un modo che a noi non è consentito sperimentare e, peggio ancora, si attaccano ai capelli!!!

I pipistrelli si attaccano ai capelli?

Chi non ha sentito almeno una volta questa straordinaria leggenda, degna di un racconto intorno al fuoco? Se un pipistrello entra nella tua stanza ti si attacca ai capelli e non si stacca più.
Se a qualcuno di voi è accaduto o conoscete qualcuno a cui siete certi che sia successo vi prego di farmelo sapere, perché a me non è mai capitato nonostante abbia avuto il privilegio di occuparmi spesso di chirotteri (l’ordine di mammiferi a cui appartengono i pipistrelli) e di molti altri animali selvatici.
Né è mai accaduto a nessuno che conosco, e per mia fortuna di uomini e donne appassionati di pipistrelli ne conosco eccome, sia studiosi e ricercatori che cittadini che non si voltano dall’altra parte inorriditi se trovano un pipistrello in difficoltà e mi chiamano per poterli aiutare.

Il ruolo biologico dei pipistrelli

Quando parliamo di animali selvatici è naturale chiedersi quale sia il loro ruolo biologico, anche se mi piace pensare che quello che arriviamo a formulare e che troppo spesso consideriamo legge sia solo il parere più autorevole che riusciamo ad esprimere ma pur sempre un parere di una specie animale, la nostra, che ha bisogno per sopravvivere di dare nome, etichetta e ruolo ad ogni cosa, soprattutto al ruolo rispetto a noi che per definizione siamo sempre superiori (a chi, a cosa e perché non è dato saperlo, è così e basta, perché lo diciamo noi! Ci piace giocare facile insomma…).

Qual è dunque il ruolo biologico che attribuiamo ai pipistrelli? Quello di eliminare un gran numero di insetti (perché i pipistrelli in Italia e in Europa ricordiamolo sono insettivori e non vampiri!), molti dei quali possono essere vettori di malattie infettive anche per l’uomo. Soprattutto ora che l’aumento delle temperature in tutto il pianeta e la nostra facilità di spostamento ha consentito ad insetti tropicali di raggiungere anche l’Europa e ci si trovano benissimo!
Per completezza di informazione è bene sapere che esistono più di mille specie di pipistrelli in tutto il mondo ad esclusione dei poli, di ogni dimensione e alcuni anche molto longevi dal momento che possono superare i quarant’anni.
Si nutrono per la maggior parte di insetti, nettare, polline o frutta e solo alcune specie tropicali come il messicano Desmodus rotundus noto come vampiro di Azzara è ematofago, si nutre cioè del sangue di animali allevati come bestiame e alcune specie possono catturare piccoli pesci.

In Cina sono da sempre simbolo di lunga vita e prosperità (ecco perché probabilmente i cinesi se ne nutrono); nel Medioevo sono stati accostati insieme a gatti e civette alle streghe, ingredienti di pozioni malefiche nei loro calderoni e lo scrittore Bran Stoker, la storia narra dopo un’indigestione di gamberetti con conseguente incubo notturno, dedica un romanzo alla leggenda rumena dei vampiri. E da allora nel nostro immaginario il pipistrello è Dracula.

Meno male grazie al fumetto di Bob Kane del 1939 è anche Batman, uno dei supereroi più amati di sempre!

 

I pipistrelli quindi possono proteggerci da molte malattie che sono in aumento da anni anche in Italia e non ci trasmettono il Sars-CoV-2, siamo noi che ci contagiamo a vicenda, per il virus che ha fatto il salto di specie, il famoso spillover, siamo un vettore straordinario: nel 1804 eravamo un miliardo, nel 2011 sette miliardi, secondo le stime otto miliardi nel 2025; ci spostiamo rapidamente da una parte all’altra del mondo; la nostra alimentazione è sempre più scadente; abbiamo inquinato l’acqua e l’aria; demandiamo la nostra salute a qualcun altro e all’industria; e soprattutto cerchiamo sempre un nemico, meglio pensare che la colpa sia di qualcun altro, di un animale ancora meglio.

Così non dobbiamo fare la fatica di chiederci dove abbiamo sbagliato e soprattutto cosa dobbiamo fare per recuperare. Ora, non domani, non quando tutto sarà finito, perché viviamo in un continuum spazio-temporale e per definizione non c’è una fine!

 

Articolo di Cinzia Ciarmatori

 

Immagini: Lipu; Mille e Una Donna; Ciak Club

 

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