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Enteriti, diarrea e microbiota del coniglio

Fino a non troppo tempo fa parlavamo di flora batterica intestinale, facendo riferimento alla presenza di batteri nel nostro intestino e in quello degli altri animali.

Oggi che la nostra conoscenza sull’argomento è notevolmente aumentata e cominciamo a comprenderne il ruolo per il mantenimento o il recupero della salute parliamo di microbiota e di microbioma.

 

Che differenza c’è tra microbiota e microbioma?

Con microbiota si indica l’enorme numero di microrganismo di ogni genere, dai batteri agli archei, dai virus ai funghi che vivono dentro e fuori dal nostro corpo e da quello degli animali. Solo nell’intestino la quantità di questi microrganismo supera di centomila volte gli abitanti del Pianeta, tanto per avere un’idea vaga del numero enorme di ospiti con i quali conviviamo!

Microbioma invece è l’insieme del materiale genetico di tutti questi microrganismi.

 

Microbiota

Microbiota intestinale

 

Il ruolo del microbiota intestinale

Dall’avvento del microscopio ad oggi il mondo dell’infinitamente piccolo ha cominciato a svelarci alcuni dei suoi segreti. Ora cominciamo a renderci conto che la nostra salute e quella delle altre specie è legata a doppio filo all’equilibrio del microbiota.

Non solo, l’intestino e il sistema nervoso sono strettamente collegati e comunicano continuamente tra loro e le emozioni e il funzionamento ottimale dell’intestino sono connessi.

I microrganismi aiutano a digerire sostanze alimentari che l’apparato digerente da solo non sarebbe in grado di processare. Intervengono anche nella regolazione del metabolismo, nella disintossicazione da sostanze pericolose che ingeriamo attraverso cibo e bevande, mediano il funzionamento del sistema immunitario e difendono dall’invasione da parte di batteri e altri microrganismi nocivi.

Per quello che oggi sappiamo, e sicuramente nei prossimi anni scopriremo molte altre cose, alterazioni del microbioma intestinale sono associate a numerosi stati patologici: infiammazione, diarrea, insonnia, sensibilità al dolore, disturbi emozionali.

Secondo alcuni studi sulla specie umana avrebbero un ruolo anche nei disturbi dello spettro autistico e in patologie degenerative del sistema nervoso come il Parkinson.

 

Lo Human Microbiome Project

Si tratta di un progetto avviato nel 2007 dagli Istituti nazionali di sanità degli Stati Uniti.

Nel 2015 la Casa Bianca ha invitato ricercatori di tutto il Paese ad approfondire il ruolo dei microrganismi sul clima, sulle riserve alimentari del Pianeta e sulla salute della nostra specie.

Con l’impiego delle nuove tecnologie oggi sappiamo che sul nostro corpo ospitiamo distinte popolazioni di microrganismi, sulla pelle, nelle narici, sulle labbra, nella bocca, sulle palpebre tanto per citarne alcune.

 

E in veterinaria?

Negli ultimi anni anche in medicina veterinaria il ruolo delle popolazioni microbiche, in particolare del microbiota intestinale, ha assunto sempre maggiore importanza. La correlazione tra i disordini del microbioma e un numero sempre crescente di  patologie diventa ogni giorno più evidente.

Del resto in un’ottica PNEI è già nota da tempo la stretta relazione tra lo stato di salute e l’equilibrio dell’asse psico-neuro-endocrino-immunologico. Gli studi attuali non sono che conferme di concetti noti a tutte le tradizioni mediche più antiche, dalla medicina tradizionale cinese all’ayurveda.

 

Il ruolo del microbioma nelle enteriti del coniglio

Quando parliamo di disturbi dell’apparato digerente non possiamo evitare di pensare al coniglio e ai piccoli mammiferi erbivori in generale, così spesso colpiti da disturbi gastro-enterici che possono mettere a rischio la loro stessa vita.

Chiunque viva con un coniglio viene spesso terrorizzato, a torto o a ragione, sulla pericolosità dei cosiddetti “blocchi” o di segni clinici come la diarrea o più in generale alterazioni morfologiche delle feci.

Chi come me si occupa di questi splendidi animali del resto sa bene come i disturbi dell’apparato digerente  non vadano sottovalutati, soprattutto perché in alcune condizioni possono peggiorare anche molto rapidamente .

 

Lo studio di BMC Veterinary Research

Su BMC Veterinary Research è apparso un articolo di Aprile 2018 ripreso dal sito microbiomaveterinario.it che analizza i fattori che maggiormente incidono sull’equilibrio e sulla composizione del microbiota del coniglio e i risultati sono molto interessanti anche da un punto di vista pratico.

I ricercatori concludono infatti osservando che le maggiori variazioni nella composizione del microbiota sono legate al modo in cui i conigli vivono. Molto importanti sono anche l’ambiente che li circonda, l’alimentazione e le stagioni.

Minore variabilità è legata invece all’età, non ci sono grandi differenze secondo gli autori della ricerca tra il microbiota dei conigli adulti rispetto ai giovani.

 

Da un punto di vista pratico cosa possiamo fare?

Possiamo in primo luogo curare l’alimentazione, offrendo cibo sano e vitale, ricco di fibra e povero di calorie, evitando alimenti con semi e cereali.

 

verdure

 

E poi possiamo fare in modo che l’ambiente in cui decidiamo di ospitare conigli, ma anche cavie e chinchillà, sia ottimale. Non solo da un punto di vista fisico ma anche in senso più ampio: le emozioni e la qualità delle relazioni hanno un ruolo fondamentale, anche sulla salute dell’apparato digerente!

 

Foto in evidenza di Helena Lopes da Pexels

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