In RIFLESSIONI DI UN VETERINARIO

Il giorno della laurea

Del giorno della laurea ricordo molte cose.

L’emozione non solo mia, i professori in commissione che lasciavano le loro posizioni per vedere meglio le foto e i video della presentazione, che per essere il 2002 era senz’altro “d’avanguardia” 🙂

Ricordo il tentativo maldestro di mio padre di nascondere le lacrime, senza i suoi sacrifici non avrei potuto permettermi l’università e spero di averlo risarcito almeno un po’ con l’impegno con cui ho sempre affrontato lo studio. E il lavoro.

Ricordo le (poche!) foto di rito e la corsa in bagno per liberarmi della camicia e dei pantaloni eleganti, sostituiti in un attimo con la “tenuta” da arrampicata. Un’ora dopo ero già incollata alla roccia di una montagna, esausta e felice.

Non mi è stato chiesto però di compiere alcun giuramento pubblico quel giorno e per questo  l’ho sempre fatto intimamente.

Ho sempre giurato in silenzio di fare del mio meglio, con l’intento di curare ma anche di limitare dolore e sofferenza sia agli animali che alle loro famiglie. E ho giurato anche di compiere le scelte che ritengo più giuste per difendere gli animali selvatici e gli habitat in cui vivono. In cui viviamo.

 

Il giuramento ufficiale

Infine l’ho trovato, il giuramento professionale dei medici veterinari, sul sito della FNOVI (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Veterinari) a questo link.

 

“Entrando a far parte della Professione e consapevole dell’importanza dell’atto che compio prometto solennemente di dedicare le mie competenze e le mie capacità alla protezione della salute dell’uomo, alla cura e al benessere degli animali, favorendone il rispetto in quanto esseri senzienti; di promuovere la salute pubblica e la tutela dell’ambiente; impegnarmi nel mio continuo miglioramento aggiornando le mie conoscenze all’evolvere della scienza; svolgere la mia attività in piena libertà e indipendenza di giudizio, secondo scienza e coscienza, con dignità e decoro, conformemente ai principi etici e deontologici propri della medicina veterinaria.”

 

Ecco perché ho scelto e continuo a scegliere la professione medico veterinaria

Poche righe che contengono la sintesi perfetta della mia visione, quella che mi muove a fare quello che faccio nel modo in cui lo faccio:

 

  • Gli animali sono esseri senzienti e il processo di cura non può non tenerne conto 
  • Curare non è solo ripristinare uno stato di salute (e su questo potremmo discutere per giorni, come sul significato del termine guarigione) ma anche garantire il benessere
  • Il medico veterinario si occupa anche di proteggere la salute dell’uomo e di salute pubblica.
    E, aggiungo io, deve occuparsi anche di aiutare i famigliari dei propri pazienti a comprendere come dar loro il meglio. In termini di alimentazione, gestione, relazione, prevenzione 
  • La tutela dell’ambiente è una questione centrale e la medicina in generale, non solo quella veterinaria, deve cominciare ad interrogarsi sull’impatto devastante che ha sugli ecosistemi. A molti livelli. Non possiamo più pensare di curare gli animali che vivono con noi in ambito domestico senza considerare i danni ambientali e le conseguenze sulla sopravvivenza degli animali selvatici.
    Per questo scelgo tutte le volte in cui è possibile farmaci e trattamenti a minor impatto ambientale e preferisco lavorare sulla prevenzione
     
  • Piena libertà e indipendenza di giudizio sembrerebbero principi scontati, ma non lo sono. 
    E vanno difesi strenuamente.
    Tutti insieme.

 

Foto: Richard Lee, Unsplash.com

 

 

 

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