
La notizia del “primo cane contagiato in Italia” è stata diffusa con un tam tam a mezzo stampa.
Che ha messo ovviamente in allarme molte persone che convivono con un cane.
Ma è davvero il primo caso positivo in Italia?
In realtà no e lo conferma una ricerca italiana i cui risultati preliminari sono stati pubblicati mesi fa…
Cani e Covid-19, la barboncina di Bitonto
Un paio di giorni fa si è diffusa la notizia del tampone positivo di un cane, una femmina di barbone nano di un anno e mezzo.
I tamponi, “eseguiti dai proprietari” si legge in una nota stampa, sono stati analizzati dal Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari e il risultato è stato comunicato al Ministero della Salute e agli organi competenti per territorio.
La notizia, com’era ovvio avvenisse, è stata rimbalzata ovunque, dalla carta stampata alla televisione al web.
Si parla di “primo caso di cane contagiato in Italia” e il professor Nicola Decaro dell’Università di Bari avrebbe dichiarato “il cane è asintomatico ed è stato un colpo di fortuna averlo intercettato perché la famiglia ci ha permesso di testarlo all’interno di un progetto di ricerca che stiamo conducendo sui cani e i gatti”.
Il progetto di ricerca
In realtà è già stato pubblicato uno studio su cani e gatti italiani conviventi con persone risultate positive a Sars-CoV2, postato il 23 Luglio 2020 sul sito di BioRxiv, è possibile trovarlo a questo link.
Lo studio, si legge, non ha avuto una revisione scientifica ed è quindi del tutto preliminare.
Si nota però che su un campione di 817 animali esaminati tra cani e gatti, un 3.4% di cani e 3.9% di gatti (in particolare se conviventi con persone infette) hanno un titolo misurabile di anticorpi neutralizzanti Sars-CoV2.
Che significa?
Significa che molti altri cani e gatti in Italia prima di ora sono venuti a contatto con il virus e hanno prodotto anticorpi. Pertanto la barboncina di Bitonto è solo il primo cane ad aver avuto tampone (eseguito dai proprietari) positivo.
Cani positivi sono un pericolo per la nostra specie?
No. Ad oggi quello che sappiamo leggendo la letteratura di tutto il mondo è che i cani che convivono con persone positive a Sars-CoV2 vengono a contatto con il virus (come è ovvio che sia). Il loro sistema immunitario produce anticorpi, ma non mostrano sintomi se non in rarissimi casi e non sono in grado di trasmettere a loro volta il virus alla nostra specie.
Il titolo infatti (un dato fondamentale quando si legge un tampone!) è molto basso anche nella barboncina di cui tanto si parla, pertanto NON è infettante.
Noi possiamo essere un pericolo per i cani che vivono con noi?
Potremmo, perché ad oggi sappiamo che i cani che convivono con persone positive al virus possono mostrare produzione di anticorpi.
Nel mondo le positività riscontrate nei cani, a partire dal Volpino della Pomerania di Hong Kong sono pochissime. Tutte conseguenti al contagio delle persone conviventi e nessun cane è morto per Covid-19.
Avevo già parlato del caso di Hong Kong in questo articolo.
Il cane è la specie più resistente al virus. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale è sul gradino più basso quanto a suscettibilità: solo in rarissimi casi, si legge, sono stati riscontrati sintomi.
Come possiamo proteggerli?
Come dovremmo fare da molti altri punti di vista: considerandoli membri delle nostre famiglie e limitando od evitando il contatto con loro se siamo malati!
Fantastico!! Condivido!!!!
Grazie Eleonora!