
La perdita di una compagna o di un compagno, di un’amica o di un amico, di qualcuno con cui abbiamo condiviso una parte di vita, è forse l’evento più traumatico dell’intera esistenza.
Poco importa se si tratta di animali umani o non umani. Quando perdiamo una relazione per noi importante sprofondiamo in quel baratro emozionale che chiamiamo lutto.
Elaborare la perdita è un processo tutt’altro che banale. Tristezza, rabbia, impotenza, senso di colpa, senso di vuoto ci invadono con la potenza che solo le emozioni possono avere. La psicologia ha individuato cinque fasi da attraversare per metabolizzare la drammaticità dell’evento: negazione, rabbia, patteggiamento, depressione e infine accettazione. Anche se come è ovvio reazioni e tempi di elaborazioni dipendono dal singolo individuo. Dalle capacità di gestione delle emozioni, dalle esperienze precedenti, dalla volontà, dal sistema familiare e da molte altre cose ancora.
E gli animali non umani? Come reagiscono alla perdita? Come vivono il lutto?
Animali e lutto
Per troppo tempo abbiamo pensato che per quanto concerne la relazione con altri individui, della stessa o di altre specie, gli animali si limitassero a farne esperienza solo nel momento presente, che non fossero in grado di interpretare gli atteggiamenti altrui, né di attribuire pensieri o intenzioni.
Ma se così fosse, come sarebbe possibile spiegare la reazione degli animali alla morte dei propri simili o degli appartenenti al proprio gruppo familiare?
Come potrebbero esprimere tristezza, o cercare chi non c’è più se non fossero in grado di creare una rappresentazione dell’individuo scomparso?
L’etologa Karen McComb ha condotto studi molto importanti sul senso del lutto degli elefanti africani in Kenia.
Le loro maifestazioni di dolore e tristezza di fronte al cadavere di un altro elefante, maggiormente se della propria famiglia, sono drammatiche.
In più anche a distanza di anni il branco che ripercorre i luoghi in cui si trova lo scheletro della matriarca si ferma ad osservarne i resti.
Proprio come se fossero in grado sia di riconoscere che di rappresentare chi un tempo era in vita.
Delfini e balene, scimpanzé e grandi scimmie ma anche uccelli ed altri animali mettono in atto comportamenti e mostrano stati emozionali del tutto compatibili con ciò che noi chiamiamo lutto.
E non sono certo gli unici.
Cosa succede per esempio se muore un cane che viveva anche con individui della sua specie? Come reagiscono gli altri membri del gruppo?
Il lutto per il cane
Federica Pirrone, etologa e ricercatrice dell’Università di Milano, ha condotto con un gruppo di ricercatrici e ricercatori uno studio pubblicato molto recentemente tra gli Scientific Report di Nature.
Contribuendo alla comprensione di ciò che accade ad un cane che perde una o un componente del proprio gruppo.
Non solo. Un altro aspetto fondamentale è stato affrontato: il dolore della o del familiare umano condiziona emotivamente il cane?
Un cane che perde un individuo di riferimento perde l’appetito, gioca molto poco o smette del tutto di farlo, cerca molte più attenzioni. In generale diventa molto più apatico, meno attivo. Prova maggiore paura. Spesso aumenta le vocalizzazioni.
Le reazioni emotive alla perdita possono proseguire anche per più di sei mesi e la durata della relazione con il cane scomparso e il tipo di legame, per esempio quello tra madre e figli, provoca reazioni più forti e durature.
Del resto i canidi selvatici mettono in atto una serie di comportamenti che suggeriscono la loro capacità di avere comportamenti compatibili con la nostra concezione del lutto. Lupi selvatici che seppelliscono cuccioli di poche settimane, cuccioli di Dingo trasportati per giorni dalla madre dopo la loro morte.
I cani, come noi, sono animali sociali. Come potrebbero rimanere indifferenti alla perdita di un membro della propria famiglia?

Le nostre reazioni al lutto contagiano emotivamente i cani?
A giudicare dallo studio sembrerebbe proprio di sì: più siamo arrabbiati per la perdita, più ci diamo colpe, più contagiamo emotivamente anche loro. In particolare quello che accade è che contribuiamo ad aumentare la loro paura.
Un cane che assiste alla morte della propria compagna o compagno infatti potrebbe percepire un senso di minaccia e cerca rassicurazione nel familiare umano.
Se non riceve l’aiuto che cerca è possibile che aumenti lo stato d’ansia, incrementando ancora di più in una prima fase la ricerca di attenzione.
Subentrano in un secondo momento frustrazione ed apatia.
Animali e lutto. Cosa possiamo fare per loro?
La prima cosa, la più importante di tutte è acquisire consapevolezza sul fatto che se scegliamo di vivere in una famiglia “multispecie” non saremo le uniche e gli unici a soffrire del dolore della scomparsa, dobbiamo imparare a tenerne conto.
Perché troppo spesso capita che un animale malato venga giustamente portato in clinica o in ambulatorio veterinario e non faccia più ritorno, generando un grave stato di stress da separazione negli altri membri del gruppo, che non hanno modo di capire cosa sia accaduto.
Molte veterinarie e veterinari, in particolare quando esperti in comportamento, possono aiutarci a capire meglio cosa fare, possono indicarci alcuni strumenti di cura efficaci nell’elaborazione del lutto, come i Fiori di Bach o la fitoterapia.. Chiediamo aiuto. Facciamo domande se abbiamo dubbi.
La morte, come la nascita, è un processo inevitabile per chiunque viva e gli animali non umani proprio come noi sono in grado di affrontarlo. Purché diamo loro modo e tempo per esprimere le proprie emozioni.
Le nostre emozioni influenzano anche loro, che ci guardano e cercano in noi guida e conforto.
Non escludiamoli da quanto ci accade, non è possibile proteggerli del tutto dalle nostre emozioni. Piuttosto guardiamoli per farci insegnare come esprimere con semplicità ciò che proviamo. In modo diretto, senza troppi filtri e sovrastrutture.
Abbiamo diritto, noi come loro, di manifestare le emozioni senza vergogna. Per tutto il tempo che ci serve.
Foto in evidenza: psicologiafunzionale.com