
In molti Paesi, Italia compresa, sono tanti i famigliari di animali che cercano e scelgono approcci di cura meno farmacocetrici.
Uno studio tedesco pubblicato a Febbraio 2022 da PLoS ONE1 prova a fare chiarezza sulle discipline coinvolte e sulla loro efficacia. Tracciando una mappa dai risvolti senz’altro interessanti che riguardano le medicine complementari.
Medicine complementari e naturopatia veterinaria
Omeopatia, fitoterapia, Medicina tradizionale cinese. Ma anche omotossicologia, Fiori di Bach, terapie manuali e biofisiche e organoterapia sono le discipline e i metodi di cura maggiormente presi in esame dallo studio, condotto su 1087 questionari in due anni.
Tra le più comuni indicazioni di utilizzo sono state nominate le patologie ortopediche e le degenerazioni legate all’invecchiamento. Tra cui le patologie oncologiche e le malattie metaboliche.
In Germania e nei Paesi di lingua tedesca sono molto diffuse sia la fitoterapia che l’omeopatia, usate in integrazione a terapie allopatiche o come unica modalità di cura.
Uno studio retrospettivo americano del 2005 indicava che oltre il 39% di più di cinquemila animali erano stati trattati con terapie complementari ed integrate.
Solo omeopatia e chiropratica erano escluse. Perché non offerte dalla Small Animal Clinical Science dell’Università della Florida che ha condotto la ricerca.
Medicine complementari. Cosa si intende?
Si sente spesso parlare di medicina complementare. Ma che cosa si intende?
La definizione medicina complementare è apparsa all’interno della Strategia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Medicina Tradizionale. Un lavoro di ricerca e approfondimento iniziato nel 2014 e che dovrebbe avere termine nel 2023.
Le modalità terapeutiche complementari in medicina veterinaria sono l’omeopatia classica, cioè l’uso di singoli rimedi omeopatici scelti in base alle modalità peculiari del paziente di mostrare sintomi.
L’omotossicologia, cioè l’uso di farmaci contenenti miscele di rimedi omeopatici per il trattamento di una diagnosi presuntiva, come nel metodo allopatico.
La fitoterapia, cioè l’impiego di piante medicinali ma anche parti e estratti di piante. La medicina tradizionale cinese (inclusa medicina erboristica e agopuntura), neuralterapia, organoterapia e fiori di Bach.
Cosa ci dice lo studio tedesco?
Gli autori hanno voluto analizzare un ambito senz’altro controverso della medicina veterinaria per scattare una fotografia non solo delle medicine complementari più utilizzate, ma anche dei vantaggi e degli svantaggi. Oltre a valutare da un punto di vista di genere e di età chi sono i medici veterinari che se ne occupano con maggior frequenza e che formazione hanno.
La maggioranza del campione preso in esame ha evidenziato interesse per le medicine complementari e oltre la metà ha testimoniato una crescente domanda da parte dei famigliari degli animali.
Sono soprattutto donne di 45 anni o di età superiore i medici veterinari che in Germania si occupano anche o esclusivamente di medicine complementari, in particolare libere professioniste ma non solo.
La loro formazione comprende percorsi qualificati ma anche lo studio di libri, riviste scientifiche e articoli.

si occupano anche o esclusivamente di medicine complementari,
Vantaggi e svantaggi delle medicine complementari secondo lo studio
Il vantaggio più frequentemente espresso riguarda la possibilità di applicare metodi di cura differenti. Che possano agire in sinergia limitando l’uso dei farmaci allopatici o mitigando i loro effetti avversi.
Lo svantaggio principale è invece legato al clima di sospetto e pregiudizio con cui parte della comunità scientifica guarda alle medicine complementari. E alla difficoltà di accedere a lavori scientifici ritenuti universalmente validi.
In conclusione
Quello che ho trovato interessante di questo studio, che è solo preliminare e certamente presenta dei limiti, è la fotografia che ne consegue. Quella di donne e uomini che cercano chi possa prendersi cura degli animali con cui vivono nei modi in cui curano anche se stessi.
E di professioniste (e professionisti) che probabilmente come è accaduto a me dopo oltre un decennio di medicina allopatica convenzionale si accorgono che la cura è un concetto molto più ampio e complesso. E guardano con curiosità prima e poi con interesse scientifico a tradizioni millenarie o secolari che permettono di non scindere più tra mente e corpo, tra sintomi emozionali e fisici.
Possiamo chiamarle medicine complementari, integrate, alternative, multidisciplinari.
Quello che conta per me è continuare a studiarle, approfondirle e metterle con serietà al servizio degli animali e delle loro famiglie.
1 I. Stanossek et A. Wherend, Application of veterinary naturopathy and complementary medicine in small animal medicina – A survey among German veterinary practitioners, 2022, PLos ONE, 17(2)