
Parlo sempre più spesso di medicina veterinaria sinergica e sostenibile.
Un’espressione che contiene il mio sguardo sulla cura e al tempo stesso fa luce su ciò che non condivido della medicina industriale.
A partire dal linguaggio che la caratterizza, passando attraverso l’impatto sull’ambiente e la trasformazione dei sistemi di cura e dei pazienti in merce.
Tutto è una guerra
La medicina occidentale infatti, anche quella veterinaria, usa un lessico mutuato dagli ambienti militari: tutto è una guerra, una battaglia, contro nemici che vanno sconfitti.
Sembra che nulla debba salvarsi, eccetto l’individuo stesso, sembra che tutto debba farci paura: virus, batteri, funghi, protozoi, qualunque forma di vita microscopica che viene descritta come pronta all’aggressione degli animali.
Una ricerca spasmodica della sterilità che è la cosa più distante che esista dalla vita
Oggi sappiamo infatti che gli organismi viventi sono in salute quando vivono una condizione di equilibrio dinamico, fatto di continuo scambio e comunicazione.
Tra cellule, organi, apparati, individui, comunità, popolazioni, ecosistemi ed ambiente.
Se manca questo scambio continuo la vita cessa di esistere, a tutti i livelli.
Medicina veterinaria sinergica e sostenibile, una chiave per la salute
Spesso invece è proprio la sinergia con i microrganismi con cui gli animali vivono, come quelli del microbiota, a creare o ristabilire la salute.
Moltissimi organismi anche microscopici sviluppano rapporti di simbiosi, di mutualismo, di reciproca collaborazione sia tra loro che con i viventi di più grandi dimensioni.
Perché invece di pensare a sterminarle non cerchiamo il modo per rispettare tutte le altre forme di vita?
L’impatto sull’ambiente di una medicina industriale
In più la medicina industriale ha un impatto ambientale senza precedenti: i farmaci che gli animali assumono, noi compresi, vengono eliminati spesso tramite feci, urine ed altri liquidi biologici in forme ancora in parte attive. Che contaminano le acque e i terreni, danneggiando altri animali.
Senza considerare tutti i processi che riguardano la ricerca, la produzione, il trasporto su scala globale di uno dei comparti produttivi più fiorenti del nostro sistema economico.
Ma possiamo davvero considerare i farmaci merce?
Ecco perché parlo di un approccio alla cura più sostenibile per tutti, anche per gli ecosistemi e gli animali che li abitano, noi compresi!
La medicina sinergica e sostenibile è il mio manifesto per una medicina ecologica possibile.