In MEDICINA INTEGRATA

Chi vive con altri animali sa che i parassiti possono essere un problema. Ma cosa intendiamo con parassiti?
Qual è il ruolo di questi “ospiti” che pensiamo di dover sterminare?
E quanto costa da un punto di vista ambientale l’uso indiscriminato di antiparassitari?
Che impatto hanno sugli ecosistemi e tutti gli altri animali che li abitano?

Parassiti e medicina veterinaria sinergica e sostenibile

Con un approccio alla medicina veterinaria sinergico e sostenibile è possibile cambiare sguardo anche sui parassiti, per capire se, quando e come i trattamenti sono davvero necessari.

L’equazione riduzionista secondo la quale la presenza di un organismo (di dimensioni microscopiche o meno) equivalga ad una condizione di malattia non tiene conto di molte, troppe cose.
Prima di tutto la vita sul pianeta è organizzata secondo strutture e sistemi complessi, non lineari, fatti di continui scambi di materia e informazioni tra individui tra loro e con l’ambiente.
Spesso quelli che genericamente chiamiamo parassiti sono simbionti e la loro presenza è fondamentale per la salute degli ospiti, oppure sono commensali. In questo caso sfruttano risorse del proprio ospite ma senza arrecare alcun danno.

In altri casi la presenza di parassiti che consideriamo patogeni può non essere la causa diretta della malattia, ma solo una concausa.
Oppure, ancora, come accade per il lievito malassezia in corso di otite cronica, sono presenti e possono aggravare i sintomi perché ciò che causa l’otite (fenomeni allergici o più in generale reazioni avverse al cibo per esempio) crea condizioni adatte alla moltiplicazione di questo lievito.
Se cambiano le condizioni alcuni parassiti possono allontanarsi spontaneamente.

Parassiti, antiparassitari e ambiente

Cambiare punto di vista e di osservazione sul ruolo dei parassiti ha importanti conseguenze. Eccone alcune:

  • Ci permette di guardare agli individui per quello che oggi sappiamo essere: ecosistemi di organismi che convivono, si relazionano ed evolvono insieme
  • Distinguere un parassita dall’altro, valutando se si tratta davvero di un patogeno (o sospetto tale!), di un commensale o di un simbionte consente di modulare l’approccio terapeutico. In questo modo, riportando al centro l’individuo e le sue reti di relazioni, siamo in grado di scegliere se, quando e per quanto tempo utilizzare i farmaci che chiamiamo antiparassitari
  • In questo modo possiamo provare a ridurre solo ai casi in cui è necessario l’utilizzo di molecole e di conseguenza la loro tossicità sia per gli animali che per l’ambiente

Oli essenziali e altri approcci alla cura

Gli oli essenziali e altri strumenti di cura possono aiutare a ridurre la quantità di antiparassitari chimici, diminuendo di conseguenza il carico di tossicità per il singolo individuo, ma anche per l’ambiente domestico e quello naturale.

Anche nel caso di otiti croniche, con o senza presenza di malassezia, gli oli essenziali possono avere un ruolo terapeutico importante grazie al loro potere antimicrobico, come dimostrano molti studi.

Ci sono insomma davvero tanti buoni motivi per guardare ai parassiti con meno paura e più consapevolezza, anche del loro ruolo per la salute dei viventi e del pianeta!

Parassita a chi?! Il video

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