
Il letargo per le tartarughe di terra è una fase delicata e di grande importanza per la salute.
Il luogo che scelgono per ibernarsi, ma anche parametri ambientali come la temperatura vanno considerati per la loro sicurezza.
Si tratta di animali con una lunghissima storia evolutiva sul pianeta, ma anche loro possono aver problemi a causa del cambiamento climatico.
Motivo in più per controllare che tutto proceda al meglio nella stagione fredda.
Ecco cosa dobbiamo sapere per essere certe e certi che il letargo stia procedendo al meglio!
Cos’è il letargo per le tartarughe di terra?
Il letargo è una strategia evolutiva, che consente ad animali dipendenti dalla temperatura come i rettili di superare indenni la stagione invernale.
Scavano tane e gallerie sotterranee oppure scelgono rifugi adatti per proteggersi dal pericolo del congelamento e della disidratazione.
Il loro metabolismo con l’arrivo dell’autunno alle nostre latitudini si abbassa, fino a consentire il minimo dispendio energetico possibile.
Il letargo avviene in genere a temperature inferiori ai 10 gradi e va da ottobre a marzo in condizioni normali.
Nelle zone con temperature più elevate può essere più breve.
In questo modo, utilizzando una piccola parte delle loro riserve d’energia, si risvegliano a primavera pronte a tornare alle loro attività!
Cosa possiamo controllare?
Quando le tartarughe vivono con noi dobbiamo assicurarci che trovino luoghi adatti per il letargo.
Il terreno dev’essere, almeno in alcune zone, facile da scavare e ben drenante.
Soprattutto è importante che non sia in luoghi soggetti ad allagamento perché le testudo, che non sono animali acquatici, possono annegare!
Attenzione anche ai ratti. Se anche loro vivono nella stessa zona è possibile che durante l’inverno, in cerca di cibo, possano raggiungere le tartarughe in letargo.
Impossibilitate a muoversi sono prede facili e possono riportare ferite molto gravi, oppure non sopravvivere affatto.
Per questo motivo potrebbe essere opportuno utilizzare reti elettrosaldate da interrare oltre la profondità richiesta dalle tartarughe, in modo che i ratti non possano raggiungerle.
Oppure possiamo scegliere di destinare loro un locale esterno non riscaldato, un garage, una cantina.
Una volta in letargo possiamo delicatamente spostarle e metterle in una cassetta piena di terra e coperta da foglie secche.
Monitoriamo anche le temperature. Il cambiamento climatico sta modificando in modo repentino le condizioni ambientali e anche animali così evoluti possono avere difficoltà ad adattarsi: se vanno in letargo come al solito ma poi le temperature subiscono oscillazioni improvvise e si rialzano è possibile che si risveglino troppo precocemente.
In questi casi meglio contattare il proprio medico veterinario esperto in rettili di fiducia, perché possa darci i consigli più adatti in base al momento dell’anno.
E se le tartarughe vanno in letargo ma rimangono troppo scoperte? In questo caso possiamo coprirle con foglie secche o paglia e fieno, per proteggerle soprattutto in caso di temperature inferiori allo zero.
Ricordiamoci anche di pesarle prima del letargo e di rifarlo al risveglio: se tutto è andato bene devono aver perso al massimo un 10% del peso.
Se così non fosse richiediamo una visita per assicurarci che non siano necessarie terapie per aiutarle a recuperare.
Cosa fare se le tartarughe di terra sono molto giovani?
In natura ovviamente andrebbero in letargo comunque, anche se fossero nate appena un mese prima.
Ma è altrettanto ovvio che non tutte sopravvivrebbero.
Per questo motivo se si tratta del primo inverno è possibile mantenerle in letargo riscaldate a 27-28°C per almeno 10-12 ore al giorno e con una fonte di UVB per un corretto metabolismo del calcio.
Possiamo farlo solo il primo anno però, il letargo è un processo fondamentale per la loro salute e dobbiamo sempre permetterlo!